Valle d'Itria, il paesaggio dei trulli e delle masserie
Il paesaggio fiabesco si spalenca agli occhi di chi percorre le contrade della Valle D'itria, depressione carsica ricoperto dall’inconfondibile terra rossastra un tempo coltivato esclusivamente ad uva.compresa tra le province di Bari, Brindisi, e Taranto. Il nome pare sia di origine Bizantina, connesso alla Madonna di Odegitria ( dal greco colei che mostra il cammino).venerata nella Chiesa di S. Antonio dei Cappuccini: qui in epoca medioevale esisteva una grotta di culto religioso dedicato a Santa Maria d’Itria, appartenente ad alcuni monaci orientali di rito greco, poi divenuto Convento e Chiesa di Santa Maria d’Itria dei Frati Cappuccini, da cui deriva il nome Valle d’Itria. La zona è caratterizzata da una morfologia ad andamento pianeggiante ma circondate da morbide colline. Nuclei isolati di boschi di querciainterrompono il susseguirsi di uliveti centenari e vigne, delimitati da muretti a secco e punteggiate dalle tipiche costruizoni a forma di cono, i trulli. Anche se la tradizione costruttiva del trullo e delle casedde con copertura a pignon ha dei paralleli con altre aere della Puglia, della terra di Bari, fino al Salento, è qui che il paesaggio, strutturalemente modificatosi nei secoli ma rimasto quasi del tutto indenne da grossi sconvolgimenti urbanistici, ha tramandato uan realta unica al mondo, disseminata di quelle archietetture spontanee. Materia prima è la pietra locale usate per le costruzioni a secco, che emerge bianca e abbondande dissodando una terra rossa e grassa, in singolare contrasto cromatico. I borghi , di candida e abbagliante pietra, incantano per il loro dedalo di viuzze e le archietture barocche (su tutte Martina Franca). Le numerose masserie della campagna costituiscono l'occasione di soste vacanziere all'insegna della tranquillità e dell'eccellenza gastronomica, ( panzerotti, bombette e gnumirelli fave e cicorie ) mentre il prestigio dei festival estivi hanno varcato i confini della regione attirando artisti di fama internazionale.
Trulli:Storia e Leggenda, folclore
La storia attribuisce l'eccezionale concentrazione di trulli ad Alberobello a Giangirolamo di Aquaviva, conte di Conversano, che desiderava incentivare la colonozizzazione di un area boscosa e poco popolata Per questo incoraggio i contadini a stabilirvi, fino a formare un piccolo borgo. Poieche era necesaria l'autorizzazione regia per la fondazione della nuvoa città e il pagamento delle tasse Gianfirolamo ordino ai sudditil 'impego di pietre a secco senza luso della malta cosicche in caso di ispezioni governative, le case - tipiche dimore campestre temporanee- avrebbero potuto essere smontate e poi riedificate, e il conte non avrebbe dovuto nulla al re,. Il trullo ha alle spalle uan storia complessa. Le carie fasi di costruzione sono procedute da un lungo periodo in cui si raccolgono le pietre necessarie bonificando i campi circostanti e mettendo a nudo il fondo roccioso. Solo in un secondo momento arrivano le chianche dei pavimenti e le chiancarelledelle coperture coniche . Un ingresso contraddistinto da un architrave in pietra permette di accedere all'interno, che verte su uno spazio cntrale quadrato coperto da una pseudo cupola ( è il cono di lastre e, nel caso della cucina, da comiglioli multiformi). Sul cucuzzolo svetta un pinnacolo, tramandato forse dai popoli primitivi orientali e con i misteriosi simboli dipinti sulla cupola che risalgono tuttavia a una trazione piuttosoto recente, dell'inizio del XX secolo. Vanno menzionati i misteriosi segni che sono dipinti direttamente sulle chiancarelle con la calce, da qui il loro caratteristico colore bianco sul frontale del cono dei trulli che fanno parte del culto pagano così come quello cristiano. Sono simboli magici e allo stesso tempo propiziatori.